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Interviste

Intervista a Valeria Cassini

«Amo scrivere perché amo inventare. La mia mente lavora e crea di continuo e a me non resta che estrapolare le idee migliori e trasformarle in storie. Non nego che in certe situazioni la scrittura possa essere una valvola di sfogo, ma io lo faccio soprattutto per allenare la mia creatività. E la creatività nasce dalla lettura, perché quando leggo, soprattutto la sera, il mio cervello rielabora le informazioni e ne crea di nuove, che io ricevo attraverso i sogni. È come uno scambio. Uno scambio molto gratificante», ci ha raccontato la scrittrice Valeria Cassini.

Valeria Cassini

Scoprite cos’altro ci ha rivelato in questa intervista.

Benvenuta, Valeria! Cosa si prova a scrivere? Quando ti sei accorto che non potevi farne a meno?

Amo scrivere perché amo inventare. La mia mente lavora e crea di continuo e a me non resta che estrapolare le idee migliori e trasformarle in storie. Non nego che in certe situazioni la scrittura possa essere una valvola di sfogo, ma io lo faccio soprattutto per allenare la mia creatività. E la creatività nasce dalla lettura, perché quando leggo, soprattutto la sera, il mio cervello rielabora le informazioni e ne crea di nuove, che io ricevo attraverso i sogni. È come uno scambio. Uno scambio molto gratificante.

Quando hai deciso di pubblicare e perché?

Quando ho iniziato a scrivere le mie prime storie ero molto piccola, quindi non pensavo a una futura pubblicazione, lo facevo per me stessa e per mia madre, che mi leggeva sempre con piacere. Con il passare degli anni, però, entrando in contatto con autrici adolescenti che avevano pubblicato il loro romanzo e avevano fatto successo ho pensato: perché io non posso farlo?

Ovviamente la strada per la pubblicazione è lunga e tortuosa, bisogna scrivere, rileggere quanto scritto e correggerlo con criterio. E soprattutto, mai tralasciare l’importanza della lettura, perché i libri sono i migliori maestri.

Di cosa trattano i tuoi libri?

Il mio ultimo romanzo (che è anche il primo pubblicato) si intitola Al Dio che non conosco, e ricordo di averlo scritto durante la maturità. Scrivevo ogni giorno, pagina dopo pagina, e più andavo avanti più mi venivano nuove idee. In un mese era finito. Poi, per revisionarlo, ci ho messo quasi un anno.

La storia è suddivisa in quattro parti, ognuna di esse rappresenta una tappa della vita di Laura, la protagonista, che un giorno si risveglia in un mondo che non è il suo. Man mano che si va avanti nella lettura, oltre allo svolgimento degli eventi, si ha la possibilità di rifugiarsi nei ricordi dei quattro protagonisti: Laura, Daniela, Desdemona e River. Hanno tutti qualcosa che li accomuna; sono fragili, sulla via della perdizione.

Laura non è speciale, anzi, è una ragazza come tante. Cresciuta sotto la rigida educazione impostale dai genitori, conosce molto poco del mondo esterno. In seguito all’incontro con persone diverse, finirà sulla strada sbagliata.

Per fortuna, però, il suo pregio più grande arriverà a sormontare tutti i difetti: la volontà.

La volontà di liberarsi.

La volontà di sapere.

La volontà di scegliere.

La volontà di amare.

Quella stessa volontà che l’aiuterà a sconfiggere il male che affligge molti esseri umani: l’ignoranza.

I temi principali sono l’abuso di droghe, le realtà parallele, la religione, il rapporto con Dio, la sessualità, Nietzsche e la filosofia positiva.

al dio che non conosco

Ti è capitato di vivere il famoso “blocco dello scrittore”?

Si, mi è capitato, e ho capito che non bisogna temerlo. Perché nel mio caso, se non sto scrivendo, sto sicuramente facendo altro. O leggo, o studio, o ascolto la musica. O magari sono in un periodo in cui sono più interessata al cinema. Sono una persona molto volubile ma ho ben chiare le mie passioni. Anche se le metto da parte per un po’, so che prima o poi tornerò da loro.

Oltre a scrivere, cosa fai nella vita?

Sono laureata in Scienze dell’Educazione e della Formazione e attualmente lavoro come baby sitter. Sto pensando di riscrivermi di nuovo all’università, a settembre, e prendere una laurea magistrale in Scienze della Comunicazione e dell’Editoria.

Da lettrice, quali libri preferisci?

Per anni la mia musa ispiratrice è stata Isabella Santacroce, mentre per lo stile di scrittura e i temi trattati un altro mio autore preferito era (ed è ancora) Vladimir Nabokov. Crescendo come scrittrice, crescono e cambiano anche i gusti letterari. Oltre agli autori appena citati, sono molto legata ad Amelie Nothomb e a Lionel Shriver. Scrivono in modo originale, e l’originalità è ciò a cui aspiro ogni giorno, perché migliorarsi è fondamentale.

In genere un libro mi cattura se è ben scritto e se la trama è accattivante. Prediligo i saggi, le testimonianze autobiografiche e i romanzi non di genere.

Scegli una citazione che rappresenti te.

Sì, c’è qualcosa di invulnerabile, d’inseppellibile in me, qualcosa che frantuma le rocce: si chiama la mia volontà. 

–  Friedrich Nietzsche

Scegli una citazione che rappresenti il tuo rapporto con la scrittura.

Se c’è un libro che vuoi leggere, ma non è stato ancora scritto, allora devi scriverlo.

– Toni Morrison

Grazie, Valeria!

A Voi tutti, buona lettura!

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