Pochi giorni fa è venuta a mancare una delle menti più brillanti del XXI secolo: Zygmunt Bauman, sociologo e filosofo polacco.
Ripercorriamo in breve alcuni aspetti del suo pensiero.
Bauman ha focalizzato le sue ricerche sui temi della stratificazione sociale e del movimento dei lavoratori, prima di elevarsi ad ambiti più generali come la natura della modernità, ecc. L’esclusione sociale elaborata da Bauman non si basa più sull’estraneità al sistema produttivo o sul non poter comprare l’essenziale, ma sul non poter comprare per sentirsi parte della modernità. Secondo Bauman il povero, nella vita liquida, cerca di standardizzarsi agli schemi comuni, ma si sente frustrato se non riesce a sentirsi come gli altri, cioè non sentirsi accettato nel ruolo di consumatore. In tal modo, in una società che vive per il consumo, tutto si trasforma in merce, incluso l’essere umano. Sfuggire all’incertezza è alla base della felicità, la continua ricerca di stabilità dimostra come la totalità, la compiutezza non faccia parte dell’essere umano se non come fine e scopo ultimo. Tutto diventa, per questo, ‘liquido’ cioè privo di solidità ed in continua evoluzione, plasmabile; fenomeno dalla portata straordinaria se si è in grado di sfruttarlo al meglio, come principio del cambiamento e del nuovo inizio.
Bauman propone un tipo di morale: la morale nasce come il consegnarsi totalmente dell’io al tu . È un fatto assolutamente e totalmente individuale e libero. Poiché non può esistere un terzo che mi dice se la mia azione sia morale oppure no, non c’è più società, la quale necessita sempre di almeno tre persone. Ma come si traduce questa definizione individuale nella concreta pratica sociale? Bauman specifica che questa libertà di donarsi è sempre dentro a certi vincoli e costruzioni dati da una struttura che è, appunto, la società.
“ll confine protegge (o almeno così si spera o si crede) dall’inatteso e dall’imprevedibile: dalle situazioni che ci spaventerebbero, ci paralizzerebbero e ci renderebbero incapaci di agire. Più i confini sono visibili e i segni di demarcazione sono chiari, più sono «ordinati» lo spazio e il tempo all’interno dei quali ci muoviamo. I confini danno sicurezza. Ci permettono di sapere come, dove e quando muoverci. Ci consentono di agire con fiducia.“ (Z. Bauman)
Marilina Ciociola