Ero lì sul limite
di quell’abisso,
così vorticoso e
spaventoso.
Il respiro annaspava
più forte, più forte.
Veloce correva,
al galoppo,
una furia impazzita,
ferita
giù nella voragine
infinita,
verso il vuoto
chiamato assenza.
Solitudine lì v’era
con le sue paure
compagne di una vita
intera.
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