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Poesia

MI DICEVANO PERDITI

Mi dicevano perditi, perditi dentro i boschi

di farfalle, abbandona allo spiraglio una luce che il sole

concede ai frettolosi. Credi veramente, che una foresta

inghiotta tutto quello che l’attraversa ? Mi dicevano

perditi, tutte le volte vicino a me e mi perdevo

davanti ai si, davanti ai ma. Dicevano perditi

guardando un posto, sentendo un mare, oppure

stando nel tonfo del tuo silenzio. Ascoltare, ed io ero li

sui bordi della Pontina dove un fiore brillava

solo tra un rito e la mattina, mi perdevo nelle notti

davanti un allarme che s’illuminava, pieno di umido

mi regalavo il buoni pensieri di un Venerdì. Dicevano perditi

prendi la bici e vai, sconfiggi i km, ma perditi a finirti.

Quello che ti rimane quando sudi, diventa più colorato

lo sanno tutti, lascia un’impronta più profonda

ed io mi perdevo davanti un pallone, liscio di aria

più scadente di calci. Mi dicevano perditi

tra le file di pomodori tanto verdi quanto poco

era il tempo di aspettare. Mi dicevano perditi

che il tempo sta qui sta li sta dove serve perdersi.

Il tempo si ciba di fretta per diventare fiato

dentro le bocche. Dicevano perditi che è meglio

per te, perditi che se ritorni diventi più forte

affronterai le valanghe di gelato con la lingua aperta

come vuoi tu quando ti mangio il basso del tuo intestino

e tu ci vedi chissà quale destino. Faccio male a perdermi

pensando di fuggire, ma fuggire è più che restare. Invece

voglio perdermi nelle fosse delle tue rughe

che si abbraccino gli uni con un destino, che vengano

curati dallo stesso vicino, magari una nebbia

di sognatori. Che si approprino i giovani di un sorriso

lanciato sulla faccia di uno che lo capisca. Mi diranno che perdersi

è il fiuto di un passeggero che aspetta la notte

per viaggiare, mi dice che la notte è priva di odori

e anche gli umori, viaggiano soli, mi dice che la notte

entra dentro a milioni di altre notti. E’ più facile

essere paralleli proprio come sono io struccato

e verniciato ogni giorno e tutti i giorni che mi perdo.

Sergio Mascitti 

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