“La scrittura è la pittura della voce” disse Voltaire. Chi scrive, dipinge con le parole un universo infinito di cose, da voce ai sentimenti, alle azioni, a personaggi. È bello scrivere perché permette di immedesimarsi in personaggi a cui si da vita, di cui si sa tutto, che si vedono nascere nella propria mente e poi li si tiene per mano durante il romanzo certi che cammineranno con le loro gambe successivamente.
Una piccola anticipazione di quello che ci ha raccontato lo scrittore e poeta Mattia Cattaneo in questa intervista.
Benvenuto su scritto.io, Mattia! Partiamo subito con le domande per cercare di soddisfare la curiosità dei lettori di scritto.io sul tuo libro. Innanzitutto, dato che sei al tuo esordio come scrittore, ti chiedo: quando hai deciso di pubblicare e perché?
In realtà provengo da tre sillogi poetiche realizzate tra il 2016 e quest’anno. Potrei definirmi più “poeta” che romanziere ma questa scelta di pubblicare dapprima poesia e poi un romanzo (due cose diametralmente opposte anche se “si parlano” ad ogni modo) deriva dalla voglia di condivisione con il pubblico delle mie emozioni, stati d’animo, riflessioni (nel caso della poesia) e di una storia emozionante, avvincente (nel caso del romanzo). L’avvio di tutto è stato il 2015 quando ho mandato alcune poesie per una collana di poesia contemporanea e da lì è iniziato un cammino che sta continuando e ne sono contento.
Fai riferimento, nel tuo romanzo, al “Muro di Berlino”, come si intreccia la storia delle protagoniste con questo drammatico momento storico?
In “E le stelle brillano ancora”, il Muro di Berlino rappresenta un punto forte della narrazione e rappresenta il passato, incarnato dal personaggio dell’anziana Hildegard, nonna materna di Elsa. Hildegard racconta la sofferenza e come ha vissuto gli anni del Muro soprattutto perché in netto contrasto con la figlia, Sofia (madre di Elsa). Ho voluto mettere in evidenza la divisione tra Ovest ed Est e quanto ci fosse una grande disparità anche a livello di costumi, comportamenti e stili di vita.
Il tuo romanzo è stato definito “romanzo di riconciliazione, d’amore, ascoltandosi e ascoltando la natura che ci accompagna brillando”: ci spieghi questa definizione?
Si, la storia è essenzialmente d’amore, quale centro e punto focale della narrazione. Amore in tutti i sensi, materno, filiale, passionale. Riconciliazione perché questa storia è una riconciliazione interiore con i propri errori, con gli sbagli che avvengono nella vita e anche perché si ha la volontà di capire il motivo dell’errore che in passato si è compiuto. La natura accompagna il romanzo, il paesaggio quasi rurale, della campagna e l’atmosfera che si crea scorre in parallelo con i protagonisti della storia. E’ un po’ come se gli stati d’animo dei personaggi si adeguassero al mutamento delle condizioni paesaggistiche (un cielo scuro, un cielo plumbeo, la pioggia etc..). Questo è l’aspetto poetico del romanzo
Oltre a scrivere, cosa fai nella vita?
Io sono un educatore scolastico, un mondo a cui appartengo da quasi due anni.
Da lettore, quali libri preferisci?
I romanzi e i libri di poesia. Non c’è un genere specifico anche perché ho spaziato da vari generi, dal sentimentale al giallo, al thriller. Ho sperimentato. La poesia mi appartiene e quindi potrei dire gli autori del Novecento italiano (Ungaretti, Montale, Quasimodo) e oltre (Hikmet, Luzi, Merini,Gibran) sino agli spagnoli (Salinas, Lorca) ma anche i “contemporanei” (Pierluigi Cappello in primis).
Scegli una citazione che rappresenti te.
“Siamo fatti anche noi della memoria di cui sono fatti i sogni” (Shakespeare)
Ognuno di noi ha dei sogni dentro ed è importante che in un modo o nell’altro essi vengano realizzati.
Scegli una citazione che rappresenti il tuo rapporto con la scrittura.
“La scrittura è la pittura della voce” disse Voltaire. Chi scrive, dipinge con le parole un universo infinito di cose, da voce ai sentimenti, alle azioni, a personaggi. E’ bello scrivere perché permette di immedesimarsi in personaggi a cui si da vita, di cui si sa tutto, che si vedono nascere nella propria mente e poi li si tiene per mano durante il romanzo certi che cammineranno con le loro gambe successivamente.
Grazie, Mattia!
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