Recensione UNA CANZONE QUASI DIMENTICATA di K. WEBB MONDADORI
L’oppio dei popoli
Generalmente non amo i romanzi sentimentali, pieni di mal d’amore e struggimento. Tant’è vero che la mia biblioteca ne è pressoché priva, fatta eccezione per quelli classici che bisogna leggere per forza, almeno per poter parlare con cognizione di causa in eventuali conversazioni in tema. Per quanto riguarda il libro che mi accingo a recensire, UNA CANZONE QUASI DIMENTICATA, benché i commenti in quarta di copertina lo classifichino come romanzo sentimentale, l’ ho scelto come lettura, attratta dall’aura di mistero e profondità che si sprigionava dalla sinossi. E fortunatamente il testo non ha deluso le mie aspettative. La trama si struttura su due piani cronologici, uniti da due figure: la protagonista Dimity, prima bambina emarginata poi vecchia scostante; e il pittore Charles Aubrey, figura evanescente e inafferrabile, come il colore bianco su un foglio altrettanto bianco, a differenza di Dimity che sprigiona realtà e azione da tutti i pori, eppure attorno ad essa ruotano gli altri personaggi presenti sulla scena e l’intera vicenda. La storia comincia quando Dimity fa amicizia con la figlia di Charles, Delphine, e il pittore le chiede di posare per lui. Ben presto, Dimity sviluppa una vera e propria ossessione, che lei ingenuamente scambia per amore, per lo stravagante pittore; ossessione che la porterà a commettere azioni che cambieranno per sempre la vita di Dimity e delle persone che le sono vicine. Scritto con un ritmo molto scorrevole, ma con un forte eccesso di descrizioni che appesantiscono la lettura e rallenta il ritmo della storia, spesso indugiando su dettagli trascurabili che avrebbero potuto tranquillamente essere omessi senza che la trama ne risentisse, questo libro trascina il lettore in una vera e propria discesa all’inferno, in una spirale di intrighi e sotterfugi dalla quale è impossibile uscire e che stuzzica continuamente la curiosità del lettore, che non vede l’ora di scoprire che succede dopo, e soprattutto come andrà a finire. Il personaggio che più mi ha colpito è la protagonista, un esempio di anti-eroina, condannabile sotto molti punti di vista, ma degna di pietà. Come Raskolnicov di DELITTO E CASTIGO e Heatcliff di CIME TEMPESTOSE. Il lettore è messo di fronte a ogni sua nefandezza, ma anche di fronte a ogni suo pensiero e si rende conto che, dopo tutto, quel che ha fatto lo ha fatto non per cattiveria, ma per un sentimento malato e infantile, ma a modo suo dotato di una cera forma di purezza, e per un’ ardente sete di riscatto che con le sue sole forze non riesce a conseguire. Insomma uno di quei personaggi perfettamente strutturati nella loro umanità, che non si può fare a meno di amare, pur con tutte le loro imperfezioni, anzi soprattutto per le loro imperfezioni. Un personaggio che riflette il lato peggiore di ogni lettore e, cosi facendo, lo rende innocuo. Insomma, un libro più che consigliato a chi ama il mistero e gli intrecci sentimentali, anche se il titolo non calza alla perfezione alla trama.
Selene Luise