con il vento le sue foglie erano andate via,
dai suoi rami traspirava la malinconia,
verso il cielo una preghiera s’innalzava ormai,
chè la folgore finisse i pochi giorni suoi…
La corteccia troppo stanca dei graffiti altrui,
anche lei pativa a stento quei momenti bui,
poca linfa alimentava quella vita adesso,
il virgulto che era stato si piangeva addosso!
Poi una goccia all’improvviso bagnó il suo dolore
e la terra inumidita cominciò a vibrare,
ricordando che le lacrime di un cielo nero
fanno bene per pulire in un giorno scuro
la sporcizia e la tristezza di chi più non spera
di chi senza sogni muore e perde la sua cera
di chi è stanco di lottare e sente tutto vano
ma una lacrima e poi un’altra portano lontano
quel malessere che prima era così vicino
ed i rami al nuovo sole fanno il loro inchino
mentre l’albero ha dimenticato il suo tormento…
…resta solo e lo accarezza adesso un dolce vento!
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