Pablo Cerini lavora per molti anni come sviluppatore software, partecipando alla realizzazione di videogiochi pubblicati su console Nintendo. Grazie all’attività di sviluppo siti web, si avvicina al mondo del copy writing, compiendo significative esperienze come content creator. Da anni affianca al lavoro di programmatore informatico anche una regolare attività di scrittore. La sua produzione letteraria conta diversi racconti premiati a concorsi nazionali e pubblicati in antologie. Il suo primo romanzo edito, dal titolo “Satori weekend”, è stato pubblicato nel gennaio 2020 dai tipi di Genesi Edizioni.
BENVENUTO!!
Oltre a scrivere, cosa fai nella vita?
Lavoro come sviluppatore software. Apparentemente è una professione razionale e logica che sembra lontana dal mondo della scrittura, ma se uno ci pensa un programmatore è anch’egli uno scrittore, con la sola differenza che invece di scrivere storie ed emozioni per delle persone, scrive del codice per una macchina. Mi sono sempre chiesto se riuscirò mai a mettere in relazione le due attività.
Descriviti con tre aggettivi.
Razionale. Emotivo. Contraddittorio.
Da lettore, quali libri preferisci?
Libri di religione, soprattutto testi sacri.
Stili una scaletta prima di scrivere o segui l’ispirazione?
Sì, non inizio mai a scrivere se non ho definito uno storyboard preciso.
Se ti dicessi che il tuo libro non venderà molto, lo scriveresti lo stesso? Perché?
Lo scriverei lo stesso perché non potrei farne a meno.
Ti è mai successo di avere il blocco della pagina bianca? Se si come lo hai superato?
Credo che scrivere sia un po’ come andare in palestra. Non bisogna perdere l’allenamento, perciò cerco di scrivere sempre almeno un paio di cartelle al giorno. Se poi fanno troppo schifo, le cancello, ma almeno mantengo l’abitudine.
Perché i lettori dovrebbero leggere il tuo libro?
Perché è una esperienza soddisfacente a livello di intrattenimento e arricchimento personale.
Come vedi il mondo della cultura italiana?
Ci sono tante interessanti realtà nell’editoria italiana, capaci di proporre libri di notevole spessore culturale. Penso, per esempio, a editori come La Corte, La Nave di Teseo, oppure Voland.
Se fossi il ministro dell’istruzione, dimmi le prime tre cose che faresti?
Credo che aumenterei gli stipendi agli insegnanti e premierei tutti coloro che si impegnano nel settore dell’educazione. Darei più importanza alla scuola, investendo maggiormente sia nel personale che nella struttura.
GRAZIE
Intervista a cura di Elita Di Girolamo