Mi chiamo Ivan Rocca, nato nel 1983 ai piedi dei Colli Euganei, nel padovano. Dopo aver terminato gli studi, ho lavorato per otto anni in una fabbrica siderurgica. Ma sentivo che non era il mio posto nel mondo. Ho quindi venduto auto, casa e lasciato un posto di lavoro fisso e famiglia per imbarcarmi in una nuova vita oltre la Manica. Prima a Londra e in seguito a Colchester e Nottingham, ho trovato la mia strada in un equilibrio tra il mondo della ristorazione e quello della scrittura.
BENVENUTO!!
Buongiorno ai lettori di scritto.io . Mi chiamo Ivan Rocca, scrittore romanziere residente a Nottingham, nel Regno Unito.
Oltre a scrivere, cosa fai nella vita?
Il padre e il marito, principalmente. A parte gli scherzi, sono Supervisor Manager di un ristorante italiano nel centro di Nottingham. Trovo ottima la combinazione della sedentarietà dovuta alla scrittura con la vita attiva di un ristorante di successo.
Che strumenti usi per scrivere ?
Carta e penna. Da ecologista convinto, unisco scarti dei miei vecchi quaderni a vecchie stampe e altra carta da recupero. In seguito ricopio tutto su di un foglio elettronico. Sempre sotto lo sguardo vigile di una vecchia Olivetti LETTERA 31T, regalatami dai miei genitori circa venticinque anni fa, quando ero poco più di un bambino, quasi avessero avuto un presagio delle mie aspirazioni da adulto.
Hai una tua fan page? Se sì, è seguita?
Gestisco una pagina Facebook, “il Cassetto di Ivan Rocca”, seguita da circa settecento persone. Ho anche terminato da poco di rinnovare il mio sito internet, www.ivanrocca.com , dove gli appassionati dei miei libri possono tenersi aggiornati sulle nuove pubblicazioni, trovare i link per gli acquisti e molte altre curiosità, come i videotrailer e i capitoli bonus.
Se ripensi a quando hai cominciato a scrivere, cosa ti viene in mente?
Ho solo una risposta: da sempre. Trovo ancora oggi vecchi appunti di quando andavo alle medie, e ricordo con un sorriso quando, ancora non in grado di leggere, immaginavo i dialoghi nei fumetti e li declamavo ad alta voce ai miei genitori. Alcuni di quei dialoghi li ho ricordati a memoria per gli anni a venire, e alcuni di quei fumetti li conservo ancora gelosamente.
Da dove nasce la tua ispirazione?
Sia dalla vita quotidiana che dai viaggi. Mi capita spesso di trovarmi in un certo luogo e chiedermi: ma cosa sarebbe successo se…? Come quando alcuni simpaticoni hanno disegnato dei cerchi nel grano in un Comune della Bassa Padovana dalla quale provengo, e io ci ho ricamato sopra il racconto “Il signor De Nora ha parlato con l’alieno”. O quando, visitando una rete di cunicoli scavati nella roccia porosa sotto la città di Nottingham, ho immaginato le vicende accadute ne “l’Irlandese sperduto”.
Il percorso dello scrittore non è sempre semplice. Ci sono stati momenti in cui non ci hai creduto nemmeno tu?
Certo. Vivo all’estero da una decina d’anni, e per uno scrittore esordiente la vicinanza al territorio dove poter fare presentazioni o partecipare alle fiere è simbolo di visibilità e quindi di pubblicità e vendite. Soprattutto dopo la prima pubblicazione mi sembrava tutto così distante, tutto così inutile. Ho dovuto quindi rimboccarmi doppiamente le maniche, organizzando gli eventi nelle settimane spese in Italia, creando e gestendo le pagine sui social networks e un sito dedicato. Il risultato è davvero appagante.
Se ti dicessi che il tuo libro non venderà molto, lo scriveresti lo stesso? Perchè?
Credo di sì. Perché era una storia che se ne stava lì in sordina, nell’attesa di essere pubblicata, nell’attesa di qualcun altro che la leggesse. Il romanzo ti sceglie, esce da quel limbo nel quale sostava da tempo. E quando l’hai terminato ti senti più leggero, quasi avessi preso un pezzetto di te stesso e l’avessi riposto su di uno scaffale. E, di tanto in tanto, puoi ammirarlo al fianco di altri pezzetti di te stesso, e sentirti di aver fatto qualcosa di buono.
Di cosa trattano in genere i tuoi libri?
Amo scrivere fantasy, ma ho pubblicato anche una raccolta di fiabe moderne. Sto scrivendo le ultime battute di un romanzo fantasy (e siamo quasi a cinquecento pagine) e sono impegnato nella stesura di una sorta di manuale romanzato in chiave comica basato sugli italiani all’estero, più precisamente su di un cameriere italiano a Londra.
Quanti libri hai pubblicato? Ce ne vuoi parlare ?
Al momento ho pubblicato due libri. “Alexander – Le Squadre della Morte” è il primo libro di una saga fantasy. Il seguito è quasi terminato. Questo romanzo ha vissuto dei momenti travagliati anni fa quando, dopo aver firmato un contratto con il Gruppo Editoriale Armenia, la casa editrice ha chiuso i battenti pochi mesi dopo, a pochi giorni dalla pubblicazione. Ho dovuto ricominciare da zero.
La mia seconda pubblicazione è intitolata “Racconti da leggere sotto i raggi della Luna”. Si tratta di una raccolta di fiabe moderne realizzate su due livelli: un lettore adolescente ne coglierà il lato puramente narrativo. Un lettore in età adulta sarà in grado di discernere un significato più profondo.
Come vedi il mondo della cultura italiana?
Ogni volta che mi viene posta questa domanda affermo che il mondo della cultura italiana è come un lago che è stato prosciugato. Lo si può riempire, secchio dopo secchio, ma solo anni di duro lavoro e dedizione potrà tornare ad essere il gioiello che era un tempo.
A tua figlia che tipo di cultura insegni?
Come prima cosa la cultura del rispetto. Per se stessi, per la natura, per il mondo che ci circonda. E’ la base. Come seconda cosa le sto trasmettendo la passione per la lettura. A due anni e mezzo di età, vederla camminare per la casa con un libro aperto davanti a sé è una grande soddisfazione.
Cosa consiglieresti a chi vuole scrivere un libro
Chi vuole scrivere un libro ce l’ha già dentro, deve solo trovare il tempo e gli strumenti per tirarlo fuori. Il mio unico consiglio è di non demordere. Tenacia e dedizione, condite con una buona dose di cultura generale, faranno di ogni libro un capolavoro. Almeno per se stessi.
Ringrazio la Dott.ssa Elita Di Girolamo per l’intervista e auguro delle buone letture a tutti voi che seguite Scritto.io
GRAZIE A IVAN ROCCA