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Interviste

INTERVISTA A CHIARA BA

Chiara Ba Nasce a Verona nel 1967.
Consegue nell’84 la maturità magistrale e successivamente il diploma di grafico pubblicitario.
Da sempre svolge un lavoro utile ma poco remunerativo: la casalinga.
Tra i suoi interessi, i libri, specie di egittologia, la musica lirica, il teatro e soprattutto gli animali. In particolare, ama moltissimo i gatti. Al momento, ne ha quattro.
Dal 2007 posta racconti e romanzi sul forum Go Nagai Net, di cui attualmente è admin.
Nel 2009 partecipa con vari racconti all’antologia “Goldrake 30 – Antologia di racconti robotici”, edito dalla Società Editrice La Torre 
Nel 2010, sempre per la Società Editrice La Torre, pubblica il libro “Si trasforma in un gatto missile”, raccolta di racconti umoristici su Goldrake                                                                                                                                   Nel 2012, per le Edizioni Scudo partecipa con un racconto all’antologia “Robot Ita 0.2 – Storie italiane di robot”. Nel 2019, per la Società Editrice La Torre pubblica il libro “Risposte – Goldrake love story”, raccolta di racconti seri scritta a quattro mani con Roberta Elli.
Nel 2020 esce “Vladek e Castel Zann”, per la WriteUp Site.

BENVENUTA!!

Presentati ai lettori di scritto.io in una frase.
Non sono certo un’illusa, tutt’altro, ma amo guardare il mondo con umorismo.
Oltre a scrivere, cosa fai nella vita?
Lavoro senza ferie, senza orario, senza malattia, senza retribuzione… in una parola, fulgida carriera di casalinga.
Cosa preferisci vicino a te: un animale o una pianta?
Amo gli animali, ho quattro gatti. Quando scrivo però preferisco avere vicino una pianta, è meno turbolenta.

Che strumenti usi per scrivere?
Per anni ho usato penna e quaderno; la mia scrittura è da disgrafica, quindi illeggibile per tutti tranne che per me, e confesso che odiavo il lavoro di copiatura con la macchina da scrivere. Avevo un vecchio modello, bisognava proprio pestare sui tasti. Sono poi passata al PC: più comodo, si può correggere il testo, il che è una manna per una perfezionista come me. Se non ho sottomano il PC, mi capita anche di scrivermi degli appunti sullo smartphone e poi di auto-inviarmeli.
Hai una tua fan page? Se sì, è seguita?
Uso il mio profilo Facebook: https://www.facebook.com/chiara.ba.5
A chi dedichi la tua opera e perché?
Alla mia paziente famiglia…
Se ripensi a quando hai cominciato a scrivere, cosa ti viene in mente?
Avevo sette anni e avevo in mente una storia con animali per protagonisti. Ho preso una penna e un quaderno e ho cominciato a scrivere di getto. Da allora non ho mai smesso.
Da dove nasce la tua ispirazione?
Può nascere da tutto: avvenimenti reali, una persona che incontro, una frase che mi ha colpito, un sogno… Oppure penso che vorrei scrivere una storia su un certo argomento e comincio a lavorarci, farmi domande. Per me, gran parte della creazione di una storia è farmi domande e trovare risposte plausibili.
In che momento della giornata preferisci scrivere?
Tendenzialmente al pomeriggio, ma non avrei problemi a scrivere in qualsiasi altro momento del giorno, se solo potessi farlo. Ehm.
Hai un luogo speciale in cui ti dedichi alla scrittura?
No. Mi bastano un piano di lavoro, una sedia, una buona illuminazione e il PC. Possibilmente vorrei il silenzio; riesco a scrivere con un sottofondo di rumore, ma il rischio è che io m’innervosisca e diventi decisamente poco amabile. Fortunatamente, marito e figli lo sanno e cercano di lasciarmi stare, sanno che altrimenti mamma arroterà le zanne…

Hai un aneddoto curioso che vuoi raccontare che ti è successo mentre scrivevi?
Diciamo che si è trattato di un gran colpo di… fortuna.
Da anni partecipo a un forum sui robot, Go Nagai Net, postando vari racconti e romanzi. Eravamo in diversi a scrivere, e il livello medio era buono. Un giorno abbiamo ricevuto una proposta di pubblicazione, a titolo assolutamente gratuito, per un’antologia di racconti. A me, che ero uno degli autori più prolifici, è stata anche proposta la pubblicazione di una raccolta interamente mia. Ho cominciato così.
Stili una scaletta prima di scrivere o segui l’ispirazione?
Non proprio. Quando comincio a scrivere, ho bene in mente come deve iniziare il mio racconto e come deve finire, due punti fermi da cui non devio. In mezzo… beh, a grandi linee so cosa deve accadere. Una scaletta la stendo solo se la trama è particolarmente complessa, come nel caso di Vladek e Castel Zann. Altrimenti mi limito all’elenco dei personaggi.

Ti è mai successo di avere il blocco della pagina bianca? Se sì, come lo hai superato?
No. Ho dei periodi di “ricarica”, in cui magari non scrivo ma sento che sto, come dire, “macinando”, preparando qualcosa. Comunque, non sto mai a lungo senza scrivere proprio niente: magari traduco articoli, o scrivo interventi per il forum Go Nagai Net o altro, ma non sto praticamente mai senza scrivere proprio nulla. Pagina bianca? No, io l’affronto scrivendo e senza pensarci troppo, magari dicendomi che poi dovrò cancellare tutto perché sarà una schifezza… invece, non succede. Rileggo, correggo, rettifico, ma è difficilissimo che non trovi qualcosa che non sia valido.

Quanti libri hai pubblicato? Ce ne vuoi parlare?
Ho partecipato con dei racconti a due diverse antologie, “Goldrake 30 – Antologia di racconti robotici”, edito dalla Società Editrice La Torre, e “Robot Ita 0.2 – Storie italiane di robot”, per le Edizioni Scudo. Sempre per le Edizioni La Torre ho pubblicato “Si trasforma in un gatto missile”, raccolta di racconti umoristici, e “Risposte”, scritto a quattro mani con Roberta Elli. Adesso, per WriteUp Site esce “Vladek e Castel Zann”, romanzo umoristico-horror. Nel prossimo futuro uscirà un’antologia di racconti di autori vari cui ho partecipato con un mio lavoro, e in cantiere, ormai praticamente finito, ho un romanzo scritto a quattro mani con un’altra autrice, ma preferisco ancora non dire di più.
Quanti no hai ricevuto prima della pubblicazione?
Tanti, tanti… l’umorismo può far paura a molti editori. Altri, invece, semplicemente non lo capiscono, o comunque non lo amano, o lo guardano come un sottogenere. In realtà non è un genere facile, anzi, è una vera sfida, sia quando si scrive che quando si pubblica: ho molta gratitudine per le case editrici Edizioni La Torre prima, e WriteUp Site ora, che hanno creduto in me e nei miei lavori umoristici. Ci vuole coraggio per puntare su un romanzo in chiave umoristica! La risposta che ho ricevuto da altri editori è stata “bel lavoro, ma…” Temo che ci sia l’idea generale che scrivere per far ridere sia un qualcosa di facile, di minor valore rispetto ai libri “seri”. In realtà, quando scrivo “seria”, e a volte lo faccio, mi sento in vacanza

A tuo figlio che tipo di cultura insegni?
Ho sempre cercato di insegnare ai miei figli che “cultura classica” non significa automaticamente “mattone noioso”. Quando hanno superato il periodo delle fiabe, sono passata a raccontare i miti, e poi opere come l’Inferno di Dante, l’Odissea, i Promessi sposi, le tragedie di Shakespeare, e le raccontavo con leggerezza, adattando i racconti alla loro età. Piacevano molto. A mio modestissimo parere, il problema è che si tende sempre a coprire questi lavori con una sorta di patina reverenziale, e questo ci fa dimenticare quel che realmente sono: storie belle e avvincenti.
Quale lettore speri di raggiungere?
Vladek e Castel Zann nasce per i ragazzi, ma in realtà può essere una lettura d’evasione anche per un adulto che abbia semplicemente voglia di un libro d’avventure in chiave divertente. Perché no? A ogni età si può aver voglia di evadere un poco!

Una frase per salutare i lettori di scritto.io!
Siete arrivati fino qua in fondo? Si vede che è un blog di lettori… Complimenti e grazie per la pazienza!

GRAZIE

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