Il mio cane è canuto,
ora,
dopo più di tremila giorni,
quasi quattromila.
Cane canuto,
anche un po’ sordo,
non gli resta molto da vivere,
ma sembra ancora cucciolo-bambino,
libero e anarchico,
compagno non servile,
regolarmente non obbediente.
Il mio cane ormai canuto
fa quel che gli va
va dove lui sa:
osserva, analizza, valuta da sé.
Se ho bisogno,
però,
di un attimo,
solo un attimo,
non più d’un attimo;
un attimo come un sospiro o uno sguardo di sghimbescio;
un attimo,
ma di sostanza intensa,
che rende più vivide le giornate del “lui c’è”
rispetto a quelle del “lui non c’è più”;
quell’attimo di fiato umido
e baci sul naso
fedelmente dati,
con amore di scudiero,
con la dignità di chi ha scelto di farlo,
senza costrizione:
quell’attimo
me lo dona sempre, senza bisogno di chiedere:
lui ha in sé il mio desiderio.