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Narrativa

ESSERE FORTE PER DUE NON VUOL DIRE ESSERE IMBATTIBILE

“Io ti ammiro, tu sei forte”, “Non so come fai ad affrontare il problema in questo modo”, “Io al tuo posto, non so come avrei reagito”.

Sono queste solo alcune delle frasi che mi sento dire da chi mi conosce e conosce il mio vissuto, ma la mia risposta รจ sempre stata questa:”Probabilmente al mio posto tutti reagirebbero cosรฌ, perchรฉ altrimenti non vivi piรน”.
Ma รจ davvero cosรฌ? Oppure forse devo dare piรน adito a chi dice che io, sono piรน forte degli altri?
Nasco, nel 1994, in una famiglia giร  completa e con il mio arrivo scombussolo totalmente la vita dei miei genitori sin dalla nascita: sรฌ perchรฉ sono nata prematuramente, ma non di un mese o qualche settimana, ma ben tre mesi prima. I medici ritenevano fosse piรน importante salvare la vita di mia madre (che era in gestosi) piuttosto che la mia (o almeno questo รจ quello che dice lei), perchรฉ due figli ce li aveva, la sua famiglia era completa, eppure io ce l’ho fatta comunque, cosรฌ come per fortuna, ce l’ha fatta anche lei.
Passano i giorni. Passano i mesi: verso gli 8/9 mesi comincio a parlare (questo รจ sempre quello che mi รจ stato detto da mia madre). Passa un anno, ne passano due: gattono meglio di un gatto, eppure non mi reggo nemmeno in piedi. I miei cominciano ad allarmarsi. Prime visite fisiatriche, primi specialisti: LIEVE DIPLEGIA, si chiama cosรฌ. PER GLI ALTRI E’ UNA DISABILITA’, PER ME E’ UN MODO COME UN ALTRO DI ESSERE FELICEMENTE DIVERSA, IN UN MONDO IN CUI CI SI OMOLOGA SEMPRE DI PIU’.
Tutori, girello, plantare,fisioterapia: non ho mai rifiutato niente di tutto ciรฒ, anzi. Sin da piccola ho sempre risposto a tono a chi si rivolgeva a me con aria dispiaciuta, quasi come se gli facessi pena, soprattutto a chi senza conoscermi mi guardava storto o addirittura mi faceva domande.
Ricordo ancora l’ultima volta che รจ successo, ero con quella che da sempre considero la mia migliore amica a fare una passeggiata vicino casa come fa un qualsiasi adolescente a quell’etร  (avevo 12/13 anni): eravamo per strada, mi si avvicina una donna che esordisce dicendo:”Mamma bella mia, che peccato! Ma che ti รจ successo?” Cosรฌ con la mia spontaneitร , ma sempre in modo educato essendo una donna sulla cinquantina ho risposto:”Signora ma che peccato cosa? Che mica sto morendo io! E poi lei mi conosce? Ci siamo mai prese un caffรจ insieme? Come si permette a fare certe domande? E se io invece che risponderle come sto facendo fossi scoppiata a piangere lei cosa avrebbe fatto? Io vivo la mia vita in modo normale, esattamente come tutti gli altri, come lei vive la sua”.
Perchรจ io non ho mai voluto fare pena a nessuno. Perchรจ io sono come gli altri. Perchรจ i limiti, credetemi, sono solo quelli mentali. Perchรจ volere รจ potere. Perchรจ nulla รจ impossibile se lo vuoi davvero. Perchรจ a modo mio io faccio tutto, rispettando i miei tempi ovviamente. Perchรจ “Non ci riesco” non รจ mai esistito, non esiste e non esisterร  mai nel mio vocabolario.
Perรฒ forse un pizzico di coraggio in piรน rispetto agli altri ce l’ho: mi sono operata quattro volte e devo operarmi una quinta volta(nonostante in molti mi abbiano consigliato sin dall’inizio di non farlo): ma di questo non mi lamento, anzi, al contrario, mi ritengo fortunata.
C’รจ chi si opera per un incidente, chi per un brutto male, chi per problemi al cuore e poi ci sono io che mi opero per migliorare sempre di piรน, per essere piรน indipendente e ringrazio sempre Dio tutte le volte che entro ed esco dalla sala operatoria e l’ultima volta mi sono anche stati fatti i complimenti dal mio chirurgo per il mio “normale” coraggio.
Ma se sono cosรฌ forte per come affronto tutto ciรฒ, il merito non รจ tutto mio: devo ringraziare ad uno ad uno il mio fisiatra, i miei fisioterapisti, i miei insegnanti, i medici e soprattutto i miei genitori.
La mia mamma e il mio papร  mi hanno sempre portata ovunque per migliorare la mia condizione e mi hanno dato la possibilitร  di operarmi anche quando, quasi nessuno era favorevole: ma io con la mia testardaggine, avevo giร  deciso, volevo migliorare la mia condizione fisica, non stare meglio. Perchรจ io non sono mai stata male semplicemente, per me quello che gli altri vedono come un handicap,io l’ho sempre visto come un’opportunitร  per essere una persona migliore.
Eppure il modo di reagire della mia mamma purtroppo รจ sempre stato l’opposto del mio: sono sempre stata io a darle forza nei momenti in cui stavo male, a dirle che ce l’avrei fatta come sempre e che sarebbe andato tutto per il meglio.
In quei momenti da lei, non posso farmi vedere debole o triste: perchรฉ altrimenti รจ la fine; quindi ho imparato a non piangere anche se ne ho voglia e, per quanto possa riuscirci, a non lamentarmi.
Ecco perchรฉ, forse, sono cosรฌ “forte” come dicono: perchรฉ, in realtร , DEVO ESSERE FORTE PER DUE. Perchรฉ se crolliamo entrambe, poi come si fa? Eppure tutta questa forza, non basta e non รจ mai bastata, anzi forse viene data per scontata da mia madre, che non l’ha mai lodata.
Quando per altri motivi, non riesco ad essere forte ma ho bisogno di una spalla su cui piangere, so che posso rivolgermi a chiunque, ma non a mia madre: perchรฉ lei da me pretende sempre il massimo, ma purtroppo essendo fatta anche io di carne ed ossa, posso sbagliare e sono proprio quelli i momenti in cui ho piรน bisogno di lei, di un suo abbraccio, di un suo bacio anche senza dire una parola.
PERCHE’ ESSERE FORTE PER DUE, NON VUOL DIRE NON CROLLARE MAI.

Caos

Luca Alessi

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